Fonte: genitoriscuolainsieme.org

La scuola che vorrei è una scuola dove si possa studiare la fantasia, dove si possa imparare a creare qualcosa di unico tutti i giorni. Sogno una scuola dove esista la libertà, libertà di scegliere cosa studiare e come farlo; vorrei imparare divertendomi, vorrei imparare senza accorgermene. Desidero una scuola senza numeri, senza prepotenze; una scuola dove regni l’uguaglianza; desidero una scuola che si basi sull’ascolto, perché troppo spesso la gente critica senza sapere.

Immagino una scuola dove ognuno sia libero di parlare, di esprimere le proprie opinioni senza timore; una scuola fondata sul rispetto, sull’essere e non sull’apparire. Vorrei una scuola che mi donasse autostima, sicurezza, determinazione; una scuola dove i professori credono in te come se fossi loro figlio, dove si possa amare qualcosa e odiarne qualcun’altra senza bisogno di farci piacere tutto per forza.

Voglio una scuola dove si possa cantare, saltare, divertirsi e non solo studiare; una scuola che non mi faccia sentire in prigione, una scuola dove potersi sentire parte di qualcosa, una scuola amata e non odiata. Una scuola mista, con gente di tutte le età, dai bambini di otto anni ad adulti di cinquanta, perché ogni persona ha da insegnarci qualcosa, non solo gli insegnanti.

Una scuola con meno regole, dove i ragazzi possano gestire il loro tempo; dove si possa studiare anche in mezzo alla natura e non solo rinchiusi tra quattro mura. Una scuola dove non servono spiegazioni, dove un ritardo è sempre concesso, dove un insegnante venga incontro ai problemi dei suoi alunni, e capisca che essi non sono tutti uguali.

Vorrei una scuola dove si pensasse che ogni ragazzo ha qualcosa di importante da offrire. Desidero una scuola che ci insegni a sognare e a credere nei nostri sogni. Vorrei una scuola che ci facesse imparare a vedere il meglio delle cose e non solo il lato oscuro.

Forse la cosa migliore da dire sarebbe questa: vorrei una scuola semplicemente diversa. La scuola che vorrei non si trova nei film, nei libri, nelle favole; ma c’è, da qualche parte sono sicura che esista: per il momento mi accontento di vederla nella mia testa.

Denise Giudici
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