Cronaca dell’incontro-dibattito con la Console del Sudafrica in Italia Nomvuyo Nokwe: quando la memoria diviene strumento di pace

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Lo scopo della Giornata della memoria non è solo commemorare le vittime dell’olocausto, ma è soprattutto “ricordare per far sì che non accada di nuovo”.

Non si erano ancora spenti i camini di Auschwitz che in Sudafrica quello stesso orrore si ripresentò sotto le sembianze dell’apartheid. Le leggi del regime afrikaaner promulgate nel 1948 ai danni della popolazione nera si ispiravano infatti a quelle emanate a Norimberga nel ’35 da Hitler contro gli ebrei.

Cinquant’anni di storia sudafricana sono stati segnati dalla segregazione razziale, eppure quando nel 1994 il Paese si avviò verso la democrazia, la sete di giustizia non sfociò in vendetta ma in ricerca della verità, attraverso l’istituzione della Commissione per la verità e la riconciliazione che permise al Sudafrica di guardare al futuro senza dimenticare il passato.

Le classi terze del Ciceri hanno avuto il privilegio di poter far luce su questa esperienza insieme alla Console del Sudafrica in Italia, la dott.ssa Nomvuyo Nokwe.

Due studentesse introducono la proiezione del film

La mattinata si è aperta con la proiezione del film In my country, preceduta dagli interventi di due studentesse che hanno illustrato le tappe dell’apartheid e il ruolo della Commissione per la verità e la riconciliazione nel cammino del Sudafrica verso una nuova identità nazionale. Dalla pellicola è emerso il duro confronto tra vittime e aguzzini nel corso delle udienze del tribunale, trasmesse via radio perché tutta la popolazione sudafricana divenisse cosciente della drammatica storia dell’apartheid. Ma la rievocazione delle sofferenze non fomenta l’odio: spiana la strada al perdono.

I ragazzi del "Ciceri" seguono le parole della Console

Di questo delicato processo abbiamo discusso con la Console, che ha vissuto in prima persona il passaggio dal Sudafrica dell’apartheid al Sudafrica di oggi. Esule in Ghana, la dott.ssa Nokwe è tornata nel suo Paese negli anni della fine del regime, avvertendo la propria estraneità ad una realtà che faticava a riconoscere, fino a partecipare entusiasticamente alle prime elezioni libere nel 1994.

L'intervento del Preside

La Console ha illustrato le conseguenze dell’apartheid, parlando anche delle prospettive attuali della Rainbow Nation e rispondendo alle domande degli studenti. Ne è scaturito un vivace dibattito, che dall’analisi della segregazione razziale in Sudafrica è giunto ad una riflessione sulla nostra società. In particolare, il Dirigente scolastico, il prof. Nicola D’Antonio, ha invitato gli studenti a non considerare lo straniero un pericolo, ma un valore aggiunto, e a vigilare sui rischi di un razzismo subdolo, che si sta radicando nella nostra realtà in forme quasi impercettibili ma altrettanto preoccupanti. In questo senso, la memoria delle tragedie del Novecento diventa uno scudo contro il ritorno dell’olocausto, dell’apartheid e di ogni altra legittimazione politica della discriminazione del diverso.

Il Sudafrica di oggi ci insegna il significato della parola Ubuntu, una versione moderna dell’humanitas latina: un legame che unisce gli uomini e fa sì che il dolore di uno diventi il dolore di tutti, anche di chi lo provoca. Lo stesso Nelson Mandela affermava che oppresso e oppressore sono entrambi vittime e che liberare l’uno vuol dire liberare anche l’altro.

Foto di gruppo per suggellare lo spirito Ubuntu

Al termine di questa giornata, accogliendo il valore dell’Ubunto, ci siamo sentiti un po’ sudafricani anche noi. Non tutti potremo accettare l’invito della Console a raggiungere la Rainbow Nation in occasione dei prossimi Mondiali di calcio a giugno, ma certamente tutti porteremo con noi il ricordo di questo confronto, appuntando al nostro petto la spilla ricevuta in dono insieme a un volume autografato e a una scorta di palloni. Forse calciandone uno, ci sembrerà di dare un calcio alla storia che non vogliamo, perché oggi più che mai siamo consapevoli che al mondo esiste una sola squadra: gli uomini di ogni colore.

Angela Luisi
Chiara Pepe
3 PC